sabato 18 gennaio 2020

Indulgent sleep

Oggi e' la volta di una ricetta completamente innovativa, di cui non ho trovato alcuna traccia su internet. Fatta di sbagli e prove, e di disperati lamenti delle mie cavie :)
Si tratta di una tisana mono-erba, la camomilla in fiore, con aggiunta di dolcificanti, trasformata in un delizioso chai-latte, dolce, avvolgente, come la carezza di una mamma affettuosa.
Davvero perfetto, per un sonno pieno di amore.
Per fare questo chai-latte dovete prima versare l'acqua bollente sui fiori di camomilla, l'olio di cocco e lo zucchero di canna. Dopo l'infusione, versare la tisana filtrata dai fiori in una brocca contenente il latte.

Dati tecnici
  • Per ogni litro di acqua, mischiare:
    3 cucchiai di fiori di camomilla
    1/2 cucchiaio di olio di cocco o burro di cocco (io ho usato questo)
    1 o 2 cucchiai di zucchero di canna
    1 litro di latte
  • durata infusione: 10 min
  • temperatura di infusione: 100°
  • lavaggio: no
Ricetta
 
  1. Portare l'acqua ad ebollizione.
  2. Versare l'acqua bollente sui fiori di camomilla, l'olio di cocco e lo zucchero di canna, lasciare riposare per 10 minuti circa.
  3. Versare l'infuso filtrato in una brocca contenente il latte. 

domenica 5 gennaio 2020

Sleepy times

Se volete un sonno profondo e ristoratore, considerate questa tisana priva di caffeina, molto buona e floreale. Inizialmente trovata su internet, non ricordo dove, l'ho aggiustata aggiungendo la radice di valeriana e bialnciando le quantita'. Camomilla, menta. lavanda, melissa e valeriana compongono questa tisana.
La menta si sposa bene con la melissa, mentre la lavanda garantisce un confezionamento floreale alla tisana. Il sapore molto forte della valeriana e' quindi tenuto a bada dai sapori degli altri ingredienti, il tutto addolcito dal miele.
Source: Wikipedia
La valeriana, il cui nome scientifico e' Valeriana officinalis, e' una pianta molto diffusa, addirittura invasiva
Conosciuta ed usata come erba medicinale fin dai tempi degli antichi greci, la valeriana e' una delle poche erbe la cui effetivita' e' stata studiata scientificamente.
Per esempio questo articolo del 1981 dice che un estratto acquoso di valeriana (cioe' la maniera scientifica di chiamare una tisana) ha migliorato la qualita' soggettiva di persone che hanno un sonno irregolare o scarso.
Aggiunge che misure sperimentali di elettroencealografia (EEG) non hanno dimostrato nessun cambiamento nel bere la tisana di valeriana, quindi l'unica differenza tra le persone che hanno bevuto valeriana e quelle che non l'hanno fatto e' un riscontro soggettivo sulla qualita' del sonno.
Un un articolo piu' recente, una revisione del 2018, dice che la valeriana "is safebut has insufficient evidence on its efficacy", tradotto:, non crea problemi berla, ma la sua efficacia medica non e' riscontrata dalla ricerca scientifica finora condotta.
Nonostante cio', la prestigiosa Mayo Clinic scrive che una moltitidune di ricerce scientifiche dimostrano che la radice di valeriana riduce il tempo che si impiega per addormentarsi e aiuta a dormire meglio.
La mia impressione dalla letteratura scientifica e' che la valeriana funzioni come palliativo, che e' pero' preferibile a medicine per il sonno, qualora l'insonnia non sia una patologia medica.
Dati tecnici
  • Per ogni litro di acqua, mischiare:
    2 cucchiai di fiori di camomilla
    1 cucchiaio di menta, io usato quella piperita
    1 cucchiaio di fiori di lavanda
    1 cucchiaio di melissa
    1 cucchiaio di passiflora (siccome questa e'difficile da trovare, per parecchio tempo ne ho fatto a meno. Ora che lo so, posso dirvi che vale lo sforzo di trovare un negozio che la vende, perche' importante nel conferire il giusto sapore a questa miscela.
    1/2 cucchiaio di radice di valeriana
    1 cucchiaio di miele
  • durata infusione: 5-10 min
  • temperatura di infusione: 100°
  • lavaggio: no

mercoledì 8 marzo 2017

Quanta caffeina nella mia tazza di tea?

Rispondo al blog post che vedo solo ora di TeaSoul, commentando.


Non e' esattamente corretto dire che piu' i tea sono cotti e meno caffeina e' presente, la cosa e' piu' complicata di quello che sembra.

Dipende dal metodo di cottura e dalla temperatura e dalla durata della cottura stessa, come e' risaputo nella letteratura specializzata, la caffeina non e' solubile in acqua fredda, ma la solubilita' dipende dalla temperatura, chiaramente la pressione cambia il punto di ebollizione dell'acqua, per cui il metodo puo' contribuire parecchio. La quantita' di caffeina estratta dipende anche dal tempo di infusione, per cui  la seconda infusione potrebbe paradossalmente contenere piu' caffeina della prima (questo link spiega un po' tutti i concetti chimico-fisici elencati prima con dimostrazione sperimentale). Per la cronaca, se mischiate acqua con acetone (che sconsiglio) o etanolo, riuscite a concentrare ancora piu' caffeina.

Ovviamente se le foglie sono piu' giovani, la caffeina sara' minore, visto che hanno avuto meno tempo per sintetizzarla, per cui un tea nero second flush ha tendenzialmente piu' caffeina di uno stesso tea nero first flush. Inoltre i polifenoli (anche essi contenuti nel tea) interagiscono con la caffeina, complicando ulteriormente l'argomento.

Le varie cultivar di tea, poi, presentano naturalmente diverse quantita' di caffeina, e sia l'acidita' del terreno che altre condizioni climatiche e geografiche possono alterare le quantita'. Per cui tea di diverse marche e diversi produttori, anche se dello stessa tipologia, finiranno per avere diverse quantita' di caffeina, e addirittura variabilita' di anno in anno, anche se tale differenza annuale mi aspetto sia ridotta.
Per esempio l'autorevole clinica Mayo pubblica questa tabella tratta da pubblicazioni scientifiche, dove si nota la variabilita' veramente alta del contenuto di caffeina all'interno della categoria "tea nero" (14-70 mg) o "tea verde" (24-45 mg).

 Qui' un altro tea blogger parla dello stesso argomento (ma senza fonti)
Spiegato meglio di quello che ho fatto io, c'e' questo file (in inglese):
nel caso vogliate sapere quanta caffeina ci sia nel vostro tea, leggete qui'.

 Per favore, citare sempre sorgenti scientifiche autorevoli.